C08
L’Auditorium della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, è ottenuto negli spazi delle ex chiese di San Giovanni ad Templum e di San Francesco da Paola, appositamente acquistate ed integralmente restaurate dalla Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. L’Auditorium, risultato dall’aggregazione di due chiese erette in tempi e stili differenti, manca ovviamente di unità architettonica. Ad ogni modo le vicende dei due edifici, congiunti da sempre non solo fisicamente, sono state stabilmente coincidenti e interdipendenti. Anche se costantemente ignorata dagli studiosi locali, la chiesa di San Giovanni ad Templum è storicamente uno degli edifici sacri più importanti di Ascoli Piceno. Fondata dai Templari verso il XII-XIII secolo, essa appartenne successivamente alla Domus Hospitalis Sanctj Iohannis Hierosolymitani et Militaris ordinis Sacrj Sepulcrj, vale a dire al Sovrano militare ospedaliero ordine di Rodi, detto più tardi di Malta. Un documento della fine del Duecento ci fa conoscere che, in quel periodo, la chiesa di San Giovanni ad Templum era una praeceptoria templare, governata da un praeceptor, il quale esercitava diritti feudali su numerosi e estesi territori delle Marche e dell’Abruzzo. All’inizio del Trecento l’ordine dei Templari fu soppresso in quasi tutti i paesi dell’Europa e i suoi milites perseguitati e martirizzati. Nello Stato della Chiesa, di cui faceva parte allora Ascoli Piceno, il provvedimento fu adottato il 3 maggio 1312. Con lo stesso atto, i beni dei Templari furono assegnati dal papa Clemente V ai Gerosolomitani, detti pure Cavalieri dell’ordine di Rodi e, dopo il 1530, di Malta. Anche la chiesa di San Giovanni ad Templum e i suoi vasti possedimenti passarono ai Gerosolomitani, i quali ne affidarono l’amministrazione a dei praeceptores, detti più tardi commendatores, dipendenti dai priori di Lingua Italiana residenti a Roma.
Nel 1989 e nel 1991, quando furono acquistate dalla Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, le due chiese di San Francesco da Paola e di San Giovanni ad Templum si presentavano in condizioni disastrose per i crolli parziali delle coperture e le infiltrazioni d’acqua.
La progettazione fu affidata agli architetti Valerio Borzacchini e Alberto Monti, mentre l’Impresa Giancarlo Mariani srl risultò aggiudicatrice dell’appalto.
Merito dei restauratori è stato quello di aver impostato e portato a compimento il loro impegnativo lavoro in modo da conciliare l’assoluto rispetto per la dignità degli edifici con l’impegno di realizzare una struttura funzionale, destinata da assumere un ruolo fondamentale nella vita sociale e culturale della città.